Il judo come sport per tutti, a Meolo il raduno-allenamento dell’Associazione italiana sport educazione. Durante la giornata tre ragazzi “speciali” sono diventati cinture nere
Uno sport per tutti, in cui anche le persone con differenti capacità possono integrarsi nella pratica sportiva con gli altri. Ecco l’essenza del judo educazione. Ieri a Meolo, nella palestra della scuola primaria, si è tenuto un raduno-incontro organizzato da ASC e da Aise, associazione fondata nel 2000 dal maestro Cesare Barioli. L’iniziativa è stata promossa insieme al Bu-Sen Judo Meolo, con il suo referente Danilo Giacomin, e il patrocinio del Comune.
Si è trattato di un allenamento di judo educazione, con la partecipazione anche di alcuni ragazzi diversamente abili. Tre di questi atleti “speciali”, che praticano judo in Trentino presso l’associazione Judo Avisio, hanno avuto l’onore durante la mattinata di diventare shodan, cioè cintura nera, dopo un ventennio di pratica.
Durante il raduno, il maestro Stefano Maiaso ha condotto una lezione in cui tutti i ragazzi hanno potuto saggiare insieme la disciplina, coinvolgendo e integrando i giovani con differenti capacità all’interno del gruppo di normodotati nella pratica del “randori”, l’esercizio libero.